Donald Trump vs Hillary Clinton. Ovvero, l’insostenibile pesantezza della campagna elettorale più volgare del mondo. Ogni giorno, la saga sforna capitoli di sublime indegnità: il contributo del miliardario conservatore è di rara perseveranza, con l’alibi “che io dico ciò che altri pensano e non osano riferire”. Persegue, lo sboccato candidato Usa, il successo dell’eccesso. Il New York Times, con tutto il peso della sua reputazione giornalistica, confeziona un’inchiesta durata un mese e mezzo: trova cinquanta donne che hanno avuto a che fare con Trump, le intervista. Ne esce la conferma di un uomo che maltratta le donne, che è grossolano con loro, che le umilia quando, come successe a miss Universo 1996 Alicia Machado, comincia ad ingrassare e lui la insulta in pubblico, prima di cacciarla via. È un colpo sotto la cinta, quest’inchiesta. Il trumpensiero contempla un punto fisso: “Se sei un tipo, un diverso, come lo sono io, un tipo un po’ oltraggioso, come lo sono io, e se fai cose forti e controverse, i media parleranno di te”. Così, il buon Trump rilascia su un social network (Instagram) un video “incendiario” – definizione del Washington Post – in cui si possono ascoltare le voci di due donne che accusano Bill Clinton, l’ex presidente marito di Hillary, di averle addirittura “aggredite sessualmente”. Inzigando ancora una volta di più sulle infedeltà di Bill, Trump vuole snervare la Clinton, e svergognarla. Va da sé che la fama di impenitente donnaiolo di Bill non è più una novità, e la morale della società americana è assai cambiata negli ultimi anni, rispetto alla facciata ipocrita che ammantava il mondo politico dello scorso secolo. Non a caso Trump evoca appena può il precedente illustre dell’avventura clintoniana con Monica Lewinski, la madre di tutti i tradimenti coniugali stelle e strisce. Infatti Trump ci marcia, aggiorna il ruolino di marcia di seduttore di Bill, riesuma vecchie storie e allude a nuove, con donne giovani, insomma fa capire che una donna con un marito così non è degna di mettere piede alla Casa Bianca. Senti da che pulpito arriva la predica, ha obiettato la scaltra avvocatessa Hillary, proprio lui che disprezza le donne, che non ha qualifiche professionali tali da coprire il ruolo di capo degli Stati Uniti (Obama è stato chiaro: Trump è un candidato non presidenziale). Invece di affrontare temi più consoni ai problemi sociali, economici ed internazionali, dice lo staff della Clinton, Trump imposta la sua campagna sul pettegolezzo.
Le scappatelle di Bill non inquietano più nessuno. In America le corna non sono il primo dei motivi per cui si divorzia. Trump lo sa e quindi condisce i suoi interventi pubblici con insulti e invettive: catalizza la rabbia degli americani scontenti, gridando come loro. La ferocia di una politica spazzatura che lui giustifica così: “Hanno detto di me cose assai sgradevoli. Non volevo scendere su questo terreno. Visto che hanno deciso di essere sgradevoli, giocherò anch’io al livello in cui sarò costretto a giocare. Credo di aver dimostrato d’esserne capace…”. Non lo nega nessuno.
Fonte: ilfattoquotidiano.it